La FAO ha condotto un censimento delle foreste mondiali, usando i dati forniti dai satelliti che riescono a distinguere le zone coperte di foreste da quelle con altri tipi di vegetazione.
Ebbene, la perdita di foreste (73 milioni di ettari totali dal 1990) risulta molto minore di quella che ci si poteva aspettare. Le deforestazioni maggiori sono avvenute in Asia meridionale e in Oceania; in Africa sono risultate minori di quanto si temesse; in Amazzonia, poi, sarebbero in veloce calo (nel 2010, l’11% in meno del 2009).
D’altra parte, si registra una espansione delle foreste nei paesi a clima temperato. Secondo l’Istituto italiano superiore per la protezione e la ricerca ambientale, in Italia sono disponibili per la riforestazione ben 9,5 milioni di ettari che potrebbero essere adatti a foreste (per circa un milione di ettari), ma anche per creare boschi a mosaico o per dare ossigeno a città e aree industriali. I vantaggi di queste riforestazioni sarebbero molteplici: oltre a fornire legname per le costruzioni e biocombustibili, renderebbero il suolo più permeabile e saldo e assorbirebbero tanta anidride carbonica, costituendo una barriera contro l’inquinamento chimico e sonoro nelle città.