Avviare una nuova fase di sviluppo industriale sostenibile e competitivo in Italia ed in Europa è possibile, grazie alla Green Economy che può rappresentare una grande opportunità per fronteggiare la recessione economica. Ma l´ambito richiede ricerca industriale, una maggiore cooperazione fra pubblico e privato, finanziamenti, nuovi standard di qualità e una maggiore e migliore comunicazione. Vengono richiesti maggiore risparmio e maggiore efficienza nell´uso di materie prime, un maggiore uso di materie prime rinnovabili, materie seconde o rifiuti, e, allo stesso tempo, l´adozione di processi e di sistemi produttivi più efficienti e sostenibili e la progettazione e produzione di prodotti riciclabili, più biocompatibili e/o biodegradabili degli attuali. L´adozione di biomasse prime e seconde e di rifiuti organici quali materie prime alternative alle risorse fossili unitamente a processi di trasformazione più specifici e sostenibili sono alla base della bioeconomia europea, per la quale si prevedono turnover di oltre 2.000 miliardi di € annui e oltre 21.5 milioni di posti di lavoro. La valorizzazione dei rifiuti delle filiere dell´edilizia, della ceramica, della chimica, del metallurgico, dell´acciaio, etc., è un´opportunità di innovazione e di sviluppo per una filiera complessiva europea di 450.000 imprese, 6.8 milioni di posti di lavoro e di 1.600 miliardi di € di fatturato. Queste nuove frontiere richiedono maggiore “simbiosi industriale” con la creazione di Eco-parchi e nuove value chain (dove i rifiuti generati da un processo diventano materie prime per altri, dove la bioraffineria processa biomasse prime e seconde non alimentari locali sostenendo l´industria agro-industriale del territorio producendo prodotti biobased che generano nuove industrie sullo stesso territorio), la condivisione delle risorse e delle conoscenze, la valutazione dei cicli di vita dei prodotti e dei processi, nonché Sistemi Integrati di Monitoraggio Ambientale, l´Analisi del Rischio, la Valutazione dei flussi e l´Ecodesign quale disegno sperimentale di sostenibilità.
Se prendiamo ad esempio il recupero degli imballaggi, in Italia se ne recuperano 3 su 4 – secondo una fonte CONAI – In poco più di 15 anni di attività iniziata nel 1998 il recupero di rifiuti di imballaggio è aumentato del 136% e i quantitativi avviati alla discarica sono diminuiti di circa il 61%.
In pratica dal 1998 il recupero e riciclo di imballaggi ha permesso di evitare l´emissione in atmosfera di circa 82 milioni di tonnellate di anidride carbonica, di ridurre del 60% i quantitativi di rifiuti da imballaggio avviati allo smaltimento, quantitativi che avrebbero richiesto circa 500 discariche e di creare oltre 16.000 occupati diretti addetti a questo specifico settore.
Altro tema “sensibile”, la mobilità sostenibile: da recenti sondaggi (IV Osservatorio Deloitte sull´auto elettrica) risulta che gli italiani acquisterebbero volentieri un´auto a propulsione alternativa – gpl, ibrida o elettrica – per risparmiare sugli elevati costi dei carburanti. Ma per far decollare la domanda occorrono incentivi in favore della mobilità sostenibile. Interessanti i numeri del segmento noleggio: nel 2012 l´8´% dei veicoli elettrici (su un totale di 524 unità) è stato immatricolato dai noleggiatori. Esaminando proprio i dati delle immatricolazioni, si evince che mese su mese (settembre 2012 – settembre 2013) i numeri sono positivi: metano +30%, ibride +141%, elettriche +64%.
Tutti argomenti, dunque, che coinvolgono direttamente i cittadini e di cui si dibatterà a Rimini, nella rassegna “ECOMONDO” , al quartiere fieristico, fino al prossimo 9 novembre.