giovedì, Gennaio 9
Shadow

Letteratura come veicolo di diffusione turistica

lago-di-vico-1Tra i tanti modi che un territorio può utilizzare per promuoversi, non dovrebbe essere dimenticata anche l’opportunità che la letteratura può offrire a quel territorio.

La forza evocativa delle parole scritte alimenta l’immaginazione e la curiosità, fa riflettere e muove il desiderio di conoscenza di tanti luoghi che troviamo descritti sulle pagine.

Quotidianamente dai social e dalle connessioni varie a cui siamo collegati riceviamo migliaia di immagini che, spesso però, ci passano davanti agi occhi senza lasciare un’ impronta; presto le dimentichiamo e passiamo oltre. L’immagine di nuovi posti che invece costruiamo nella nostra mente attraverso la lettura ha un sapore unico,  un valore particolare solo per noi e stimola la nostra curiosità a vedere di persona  i luoghi di cui abbiamo letto.

Potrà essere un romanzo, una guida turistica o un libro di fiabe ad affascinarci e a promuovere quella curiosità  che ci spingerà verso un luogo descritto che aspetta solo la nostra “scoperta”.

Di qui la proposta di scrivere alcune fiabe che abbiano  il Lago di Vico, il suo Parco e i Comuni circostanti come protagonisti, luoghi tanto ricchi di bellezze naturalistiche, di tradizioni e cultura secolare da meritare una più ampia valorizzazione e notorietà.

Fiabe per il Lago. – La Luna innamorata

La Luna si era innamorata del Lago di Vico ma, purtroppo, non sapeva come dirglielo. Di giorno lei non riusciva a mostrarsi, di notte lui dormiva tranquillo e non la vedeva.

Spesso, poi,  parecchie nubi dispettose la coprivano e la Luna era sempre tanto triste.

Cominciò allora a chiedere aiuto alle Stelle che le risposero: “ Ma se non riesci tu a mostrarti, come potremmo farlo noi, più piccole e meno luminose di te..?”

Chiese dunque aiuto al Sole il quale replicò: “ Ho troppo da fare… e comunque la forza della mia luce ti farebbe scomparire”

La Luna divenne così sempre più malinconica; contemplava da lontano il suo amato Lago e si chiedeva come avrebbe potuto farsi notare.

Una notte una Cometa le passò accanto velocissima e sapendo del suo triste amore le disse: “ Che sciocca, sei! Non ce la farai mai a dirglielo!” e corse via con la sua scia di luce.

Allora la Luna si sentì disperata e cominciò a piangere. Le sue lacrime arrivarono sulla Terra e si posarono sui faggi, sui noccioli, sui castagni che abbracciavano il Lago di Vico tutto attorno.

Fu allora che ogni lacrima della Luna si trasformò magicamente in una splendida lucciola e tutte quelle migliaia di lucciole produssero una tale luce che il Lago si svegliò… vide la Luna che lo guardava e ne rimase incantato.

“Come sei bella!” esclamò sorpreso.

Allora la Luna gli sorrise e da quel momento non si lasciarono più.

Adesso ogni sera si incontrano: la Luna si specchia felice nelle sue acque e il Lago l’accoglie e l’abbraccia creando insieme a lei amore e bellezza anche in chiunque altro voglia ammirarli.        (Anna Rita Principi )

Fiabe per il Lago. – Una nuova ricetta

Il Re dei folletti viveva nel suo castello invisibile nel noccioleto sul Lago di Vico.  Era un re buono e  giusto, ma da qualche tempo si era stancato di mangiare le solite pietanze, preparate dai cuochi di Corte.

Ogni giorno spiedini di ricci di castagne con foglie secche al forno, o ragnatele al pomodoro; per non parlare delle minestre di alghe di Lago o delle insalate (scondite!) di petali di rose canine … una vera noia!

Decise, così, di bandire un concorso tra i suoi sudditi, chiedendo a tutti di proporgli piatti nuovi  e più gustosi. Nel regno dei folletti dei noccioleti ci fu subito grande entusiasmo e tutti cominciarono  a darsi da fare per partecipare al concorso. Certo, le ricette della tradizione  erano quelle, ma forse rielaborate un po’ potevano diventare qualcosa di diverso…

Anche Haze il cuoco-folletto volle partecipare alla gara e quando cominciò a dirlo, molti lo presero in giro; Haze era un folletto un po’ stravagante, spesso distratto e maldestro, ma nonostante ciò, era sicuro di riuscire a creare qualcosa di buono.

Provò a sperimentare intingoli vari, ma lui stesso, poi, doveva ammettere che i risultati erano deludenti. Decise allora di usare le bacche che crescevano sull’albero di nocciolo dove era la sua casa: una scelta ardita, mai provata prima ma tanto Haze era pronto ad affrontare le critiche che gli altri sicuramente gli avrebbero rivolto e andò avanti con la sua ricetta. Scelse le nocciole più belle e mature, le triturò finemente, aggiunse un po’ di miele e poche gocce di rugiada, come tocco finale, un pizzico di speranza, un cucchiaino di ottimismo e mise il composto a riposare fuori dalla finestra.

Come era emozionato! Haze era certo che il Re avrebbe apprezzato questa nuova minestra e andò a dormire.

Quando si svegliò, la mattina seguente, ebbe però una brutta sorpresa: durante la notte aveva nevicato e la minestra di nocciole era coperta da uno strato di ghiaccio.

“Povero me!” disse Haze “ora il Re non vorrà più assaggiare la mia pietanza!” Ma non si volle scoraggiare: mise il piatto in un cestino e andò al palazzo del Re volendo comunque tentare.

Molti altri folletti stavano proponendo le loro ricette al re, ma con poco successo.

Il Re esaminò dunque la minestra di Haze e superato lo stupore della novità gli disse: “Haze, mi porti questo cibo gelato a cui non hai neppure dato un nome?”

“Ecco, Maestà, il nome glielo avete appena dato Voi: si chiamerà ‘gelato di nocciole’ “

Il Re lo assaggiò e gli piacque così tanto che ne avrebbe voluto ancora e ancora…

Haze fu proclamato vincitore della gara e da allora il Re lo volle a palazzo  a lavorare come suo cuoco personale.         (Anna Rita Principi)

Fiabe per il Lago. – Viola e il Lago

In un tempo lontanissimo il Lago di Vico era abitato da sirene e tritoni che regnavano pacificamente  il popolo di quelle acque. 

Nessuno degli abitanti dei paesi vicini lo sapeva, eccetto Viola, la figlia del locandiere di Ronciglione che era una bambina molto taciturna e solitaria.

Un giorno, durante una delle sue passeggiate nel bosco e vicino al lago, Viola capitò in un punto isolato del Lago, nascosto da un canneto, e lì c’era una piccola piscina naturale in cui Viola incontrò alcune creature mai viste prima che stavano giocando nell’acqua.

Appena videro Viola le creature scomparvero spaventate e la bambina restò lì a fissare l’acqua tornata tranquilla e deserta. Il giorno dopo tornò su quella riva portando un cestino di castagne e nocciole che lasciò là, ma non vide quelle creature. E così il giorno dopo e quello dopo ancora.

A quel punto, però, i cestini di frutti non c’erano più; al loro posto Viola trovò piccole conchiglie, sassolini colorati e fiori di alghe. Raccolse quello che considerava un piccolo tesoro e fu felice del dono.

Qualche giorno dopo Viola tornò al Lago e questa volta vide in lontananza un viso che emergeva dal pelo dell’acqua e la stava fissando… era un bel viso, forse una bambina come lei… cercò di non spaventarla e si sedette sulla riva senza dire nulla. Rimasero lì per un po’, poi la creatura si tuffò e Viola vide che quel corpo aveva una coda di pesce agile e affusolata che scomparve nell’acqua in una cascata di cristalli di luce  iridescente.

Un incontro magico che però volle tenere per se’… chi poteva crederle?

I giorni seguenti Viola andò sempre più spesso su quella riva e piano, piano, superando timidezze e paure le due bambine si conobbero meglio. La piccola sirena si chiamava Vicky e nelle belle giornate d’estate insegnò a nuotare a Viola che, a sua volta, insegnò a Vicky come riconoscere le piante e gli animali del bosco. Tra loro nacque una profonda amicizia che aiutò Viola a sorridere e a parlare di più anche con gli altri abitanti del paese.

Un giorno però, Viola arrivò correndo al Lago e disse a Vicky: “ Tu e il tuo popolo siete in pericolo; nella locanda di mio padre ho sentito delle persone che vogliono prosciugare il Lago per cercare un tesoro!”

Vicky ringraziò la sua amica e si precipitò ad avvertire la sua gente… Quando si rividero, il giorno seguente, Vicky disse a Viola: “ Tutti ti siamo molto grati di quello che ci hai detto e i saggi tritoni hanno trovato una soluzione. Quando quegli uomini torneranno nella tua locanda, tu devi mettere questa pozione nel loro cibo. Non è pericolosa, semplicemente non ricorderanno più cosa devono fare al lago e se ne andranno. “

Viola voleva aiutare la sua amica e così fece come le chiesero. Quella sera, mentre nessuno la guardava, mise la pozione nella loro cena e quegli uomini, il mattino seguente, si svegliarono non sapendo più perché si trovassero lì… così se ne andarono e il Lago con i suoi abitanti rimase com’era.

Viola e Vicky furono felici di questo esito e allora la bambina chiese alla sirena:” Ma è vero che c’è un tesoro nel lago?”

“Certamente! – rispose Vicky – “ ed è un tesoro che appartiene a tutti! Basta guardare il Lago in ogni stagione e lo vedi circondato di rubini e topazi in autunno, di zaffiri e smeraldi in estate, di diamanti e perle in primavera, di opali e oro in inverno. Inoltre, Viola, il mio popolo vuole farti un regalo: è stata messa una statua  con il tuo viso nella piazza della nostra città sott’acqua. Magari i tuoi paesani non potranno vederla ma tu sai che è là ed è il nostro modo per ringraziarti del tuo aiuto.”

Viola si sentì tanto orgogliosa e felice di quel riconoscimento e anche oggi con la bassa marea o dopo un lungo periodo di siccità, si intravede appena sotto la superficie del lago di Vico una statua a ricordo di una bambina generosa e altruista.  (Anna Rita Principi)