Nessuno al mondo può chiamarsi fuori da quanto sta accadendo in Amazzonia: gli incendi che si sono drammaticamente sviluppati in queste settimane non stanno distruggendo solo la foresta più vasta del pianeta , ma stanno provocando un pericoloso effetto a catena sul clima, sul territorio, su tutti gli indigeni che vivono quelle terre.
Se, come è vero, la lotta contro il cambiamento climatico ha tra i suoi più validi alleati le foreste equatoriali che riescono a produrre buona parte dell’ossigeno della nostra atmosfera, contrastando di non poco la produzione di gas serra, è facile comprendere il danno che si sta producendo in Amazzonia.
La foresta amazzonica, in particolare, è considerata uno dei “polmoni verdi” del nostro pianeta, poiché da sola produce il 20% dell’ossigeno presente nella nostra atmosfera ed ecco perchè l’Amazzonia che brucia è una catastrofe naturale che ci coinvolge tutti, da vicino. Un incendio di questa dimensione, che da solo è riuscito ad oscurare il cielo di San Paolo del Brasile, città a 2700 km dalla zona colpita, avrà delle ripercussioni sull’intero ecosistema mondiale.
Persino l’Istituto nazionale italiano per la ricerca spaziale ha pubblicato un report dove veniva indicato che da gennaio ad oggi nella foresta brasiliana ci sono stati 72mila incendi, numero cresciuto dell’84% rispetto a quelli avvenuti l’anno precedente.
La consapevolezza di tutto ciò, che ha l’avallo di tanti scienziati e ambientalisti, necessita del deciso supporto di ogni singolo cittadino del mondo, per fare pressioni sul Governo brasiliano affinché si adoperi, in breve tempo, a far cessare questo disastro.