Tutto è cominciato in maniera organica nel 1992, a Rio de Janeiro, quando i 172 Paesi mondiali partecipanti sottoscrissero due convenzioni e tre dichiarazioni di princìpi sullo sviluppo sostenibile da perseguire per tutti i popoli del mondo; in certo qual modo si misero le basi per la gestione responsabile e sostenibile delle foreste, di ambiente e sviluppo, dei cambiamenti climatici e le biodiversità.
Poi iniziarono le COP (acronimo di Conference of Parties – la prima a Berlino nel 1995): gli incontri annuali dei Paesi che hanno ratificato la Convenzione Quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC) e che quest’anno sono giunti – non senza polemiche e contrarietà in tutti questi anni – al 28° incontro a Dubai.
Checché ne dicano alcuni, ormai si sa che oltre il 95% degli scienziati mondiali è concorde nell’affermare che i mutamenti climatici a cui il nostro pianeta è sempre più drammaticamente soggetto, derivano da anni post industriali di sfruttamento sregolato di combustibili fossili che hanno condotto ad un pericoloso innalzamento delle temperature globali, Poli compresi.
Altrettanto bene si sa che abbiamo ancora un piccolo margine di manovra per rallentare questo processo di “surriscaldamento” ma che gli interventi debbono avvenire con la più ampia collaborazione di tutti i Governi che, a parole, in ogni COP, fanno promesse che poi non riescono a concretizzare per i più vari motivi…
In estrema sintesi, al termine della COP 28 a Dubai, i 198 Paesi partecipanti hanno sottoscritto un “Bilancio Globale” (Global Stocktake) che facesse il punto sui progressi raggiunti finora, anche rispetto a quanto stabilito dall’incontro di Parigi 2015 (e cioè limitare ben al di sotto di 2 gradi Celsius il riscaldamento medio globale rispetto al periodo preindustriale, puntando a un aumento massimo pari a 1,5 gradi) e promuovesse iniziative volte a raggiungere uno sviluppo sostenibile nel rispetto del pianeta e delle future generazioni.
Il Climate Media Center Italia ha stilato un illuminante schema che riassume le più importanti decisioni dopo COP 28, in cui si espongono le intenzioni e le strategie per porre rimedio alla situazione climatica, ma detto questo e fatta un’analisi attenta, ora si tratta di mettere in pratica – e al più presto – ciò che gli scienziati ci illustrano ormai da tempo:
COP and Climate
It all began organically in 1992, in Rio de Janeiro, when the 172 participating global countries signed two conventions and three declarations of principles on sustainable development to be pursued for all the peoples of the world; in a certain way the foundations were laid for the responsible and sustainable management of forests, environment and development, climate change and biodiversity.
Then the COPs began (acronym for Conference of Parties – the first in Berlin in 1995): the annual meetings of the countries that have ratified the United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) and which have arrived this year – not without controversy and opposition all these years – at the 28th meeting in Dubai.
Regardless of what some may say, it is now known that over 95% of the world’s scientists agree in stating that the climate changes to which our planet is increasingly dramatically subject derive from post-industrial years of unregulated exploitation of fossil fuels which have led to a dangerous rise in global temperatures, including the Poles.
It is equally well known that we still have a small margin of maneuver to slow down this process of “overheating” but that interventions must take place with the broadest collaboration of all Governments who, in words, in every COP, make promises which then fail to materialize for the most various reasons…
In a nutshell, at the end of COP 28 in Dubai, the 198 participating countries signed a “Global Stocktake” which took stock of the progress achieved so far, also compared to what was established at the Paris 2015 meeting (i.e. limit average global warming to well below 2 degrees Celsius compared to the pre-industrial period, aiming for a maximum increase of 1.5 degrees) and promote initiatives aimed at achieving sustainable development while respecting the planet and future generations.
The Climate Media Center Italia has drawn up an illuminating chart that summarizes the most important decisions after COP 28.