venerdì, Gennaio 10
Shadow

La creatività salverà il mondo.

Se c’è un aspetto tra le realizzazioni umane che dovrebbe sempre essere tenuto nella più alta considerazione è senz’altro la capacità creativa della nostra fantasia.

Lo si è visto recentemente nella mostra fotografica, appena inaugurata a Ronciglione, presso l’ex Chiesa del Collegio, in Corso Umberto, che propone le opere di fotografi dilettanti i quali, durante l’ultimo Carnevale, hanno partecipato al concorso LA MASCHERA E IL FOLKLORE”, promosso dall’assessorato al turismo.

Una combinazione particolarmente felice che ha riconfermatocome l’occhio del fotografo riesca a scrutare tra le pieghe di una manifestazione tanto sentita e partecipata per restituire, attraverso la sua interpretazione di quella realtà, aspetti inconsueti o marginali, ma che nel fermo-immagine di uno scatto acquistano un valore amplificato, unico.

Certamente, però, le realizzazioni fotografiche non avrebbero potuto dare i risultati raggiunti, se non ci fossero stati altrettanti “soggetti” capaci di attirare la curiosità dei fotografi: una sorta di sinergia creativa tra gli eventi del Carnevale, la sfilate, la maschere e coloro che li hanno immortalati.

Ed ecco, dunque, una galleria di particolari e di personaggi tra i più inconsueti che si possano immaginare, come le maschere di Enzo Lambiti, creatore senz’altro geniale di travestimenti originali; suo il guerriero battagliero e stralunato con una armatura ricavata dai più comuni oggetti quotidiani: uno scolapasta , una scopa rotta , un peluche, un telefonino, ma che, sapientemente combinati, riescono a dare l’idea esatta. In definitiva, nelle sue maschere, è proprio questo che conta: la capacità di ricreare una realtà reimpiegando gli oggetti più comuni che assumono così una connotazione nuova. Il risultato è che, guardando queste maschere, non possiamo non riconoscere ciò che il loro ideatore voleva comunicare e non possiamo non pensare come mai non sia venuta a noi un’idea così semplice e geniale al tempo stesso! Ulteriore dimostrazione di come, specie per un Carnevale come quello di Ronciglione, debba essere proprio la spontanea abilità creatrice di ciascuno a sfilare per le vie della città.