“Senza Melozzo, il Cinquecento di Raffaello e Michelangelo non sarebbe mai esistito”. L’opinione di Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, rende perfettamente l’idea di quanto il maestro forlivese abbia “pesato” sull’intero Rinascimento.
Dal 29 gennaio al 12 giugno 2011, la sua città natale, Forlì, lo celebra con la più completa esposizione che mai gli sia stata dedicata. Al San Domenico saranno riunite praticamente tutte le opere “mobili” dell’artista, presentando anche gli affreschi staccati del colossale ciclo da lui creato per l’abside della Chiesa dei Santi Apostoli a Roma, ciclo disperso tra Musei Vaticani e Quirinale.La mostra proporrà inoltre capolavori dei grandi, da Mantegna, a Piero della Francesca (in mostra anche la sua “Madonna di Sinigaglia”), Bramante e Berraguete, da cui Melozzo trasse insegnamenti e suggestioni o che, come il Beato Angelico, Mino da Fiesole, Antoniazzo Romano, frequentò nella Roma pontificia.